Anna Coretti e il grembiule di Anin
Venerdì 5 settembre 2025 ore 17.30
Soglio, Sala conferenze Hotel La Soglina, segue aperitivo
Per far sì che la trama de La Stria seguisse uno specifico schema narrativo, era necessario che la protagonista venisse accusata non sulla base della testimonianza di qualcuno, bensì in seguito al ritrovamento di una prova sulla "scena del crimine". Il "corpo del reato" è infatti un pezzo di grembiule strappato, attribuito ad Anin: da questo indizio nasce il sospetto, si costruisce l'accusa e si sviluppa l'intero processo, che culminerà con l'assoluzione della protagonista dall'accusa di stregoneria. Per questo elemento centrale - il pezzo di grembiule rinvenuto in una stalla - l'autore della tragicommedia ha probabilmente preso spunto da un fatto realmente accaduto circa due secoli prima in Bregaglia. Nel 1680, infatti, in seguito al ritrovamento in un fienile di un carbone ardente avvolto in un lembo di grembiule, Anna Scartazzini-Coretti (1653-1680) di Soglio venne accusata di incendio doloso. A differenza di Anin, però, il suo processo non ebbe un lieto fine.
Nel 1654, quando Anna Scartazzini-Coretti era ancora piccola, vennero processati anche suo padre Rodolfo - fuggito prima dell’esecuzione e quindi bandito dalle Tre Leghe - e i rispettivi genitori. Il padre di Rodolfo, Domenico - che all’epoca dei fatti era già deceduto - la madre, Anna Coretti-Zanini (ca. 1585-1654), come pure zii materni e paterni, naturali e acquisiti, per un totale di 7 persone. A differenza di Anna Scartazzini-Coretti - condannata a morte per incendio doloso - i suoi parenti vennero tutti condannati alla pena capitale per stregoneria, durante la prima delle due "ondate" persecutorie del XVII secolo in Bregaglia, avvenuta sotto la gerenza del podestà Guberto Salice.
Nel corso della sua conferenza, frutto di accurate ricerche d'archivio, Jennifer Novick ripercorrerà queste vicende, portando alla luce queste storie vere. Traccerà un profilo degli accusati e delle loro famiglie, illustrando il contesto storico e giuridico dei loro processi, spiegando usanze e statuti criminali in vigore all'epoca in Bregaglia e mettendo in evidenza le differenze tra queste vicende e la narrazione fittizia di Anin, descritta da Giovanni Andrea Maurizio in La Stria.